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Il card. Nichols con l'arcivescovo
di Canterbury J. Welby.
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(Daniela Sala*) Dopo il confronto tra i padri sinodali, che si chiude domenica, il processo continuerà per tutto il 2015 con un approfondimento e un confronto nelle Chiese locali a partire dalle linee approvate in Aula. Abbiamo rivolto qualche domanda al card. Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles (l'intervista integrale sarà pubblicata su Il Regno).
Come sta
andando questo Sinodo, che sembra essere molto seguito sia per il tema (la
famiglia), sia per il nuovo metodo sul quale è basato?
Il
Sinodo sta andando molto bene, il confronto è molto animato e aperto. Nei
Circoli minori ci siamo impegnati a fondo nell’esame dei temi chiave, che sono
il desiderio di annunciare il Vangelo della famiglia e l’importanza del
matrimonio, e in secondo luogo mostrare che la Chiesa si prende cura di
ciascuno, a prescindere dalla complessità della situazione nella quale si
trova.
Che cosa farà una volta
ritornato alla sua Chiesa locale? Come pensa che possano essere coinvolte le
diocesi e le parrocchie nel confronto sul tema “Le sfide sulla famiglia nel
contesto dell’evangelizzazione”, dopo questo Sinodo straordinario e in vista di
quello ordinario del 2015?
Penso
che sarò in grado di rispondere meglio a questa domanda quando saranno più
definite le linee finali di questo Sinodo. Sono molto contento che ci sia
questo alto livello di interesse su questo processo e su questa discussione, e
spero che il confronto nelle Chiese di Inghilterra e Galles si costruirà su
questa discussione, per approfondire l’esame e la comprensione di tutto ciò che
è in gioco sul tema della famiglia e del matrimonio.
Spero anche che questo
processo sinodale provochi la società in Inghilterra e Galles ad avvertire
maggiormente l’importanza della famiglia e della stabilità della vita
familiare, e a trovare dei modi concreti per dare più sostegno pratico proprio
a questa stabilità, dal momento che delle famiglie stabili contribuiscono a
loro volta a dare stabilità alla società stessa.
* Redazione Il Regno, www.ilregno.it.
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