(Luigi Accattoli*) La decisione del papa di pubblicare subito la Relatio sinodi e di rendere noto il voto
ottenuto da ognuno dei 62 paragrafi è una buona novità che aiuterà le altre
novità che ci attendiamo da questa stagione sinodale e collegiale e comunitaria
che nel suo insieme durerà due anni: dalla decisione di indire i due Sinodi,
che risale all’ottobre dell’anno scorso, allo svolgimento del secondo dei due
che avremo nell’ottobre del prossimo anno.
Da giornalista trovo strategica soprattutto la pubblicazione del risultato delle votazioni, compreso quello dei tre paragrafi che non hanno avuto la maggioranza dei due terzi ma solo quella assoluta: il 52 sull’ammissione alla comunione dei divorziati risposati (placet 104 non placet 74), il 53 sulla comunione spirituale (112 e 64), il 55 sugli omosessuali (118 e 62).
Da giornalista trovo strategica soprattutto la pubblicazione del risultato delle votazioni, compreso quello dei tre paragrafi che non hanno avuto la maggioranza dei due terzi ma solo quella assoluta: il 52 sull’ammissione alla comunione dei divorziati risposati (placet 104 non placet 74), il 53 sulla comunione spirituale (112 e 64), il 55 sugli omosessuali (118 e 62).
La pubblicazione dei voti ha bonificato l’area sinodale dai
veleni delle supposizioni manipolatorie, tutte di provenienza mediatica: sia
quelle di chi attribuiva male intenzioni al papa, sia quelle di chi denunciava
un’orchestrazione dei conservatives per ostacolare il proposito papale.
La febbre mediatica va considerata un portato d’ogni processo decisionale e non va temuta, ma è ormai noto a ogni operatore della comunicazione che la temperatura scende se si mettono le carte in tavola.
La febbre mediatica va considerata un portato d’ogni processo decisionale e non va temuta, ma è ormai noto a ogni operatore della comunicazione che la temperatura scende se si mettono le carte in tavola.
L’effetto dello sfebbramento lo apprezzeremo di più se
proveremo a immaginare di che cosa ora staremmo a parlare se quella
pubblicazione non ci fosse stata: staremmo a dilaniarci sulle voci che
darebbero per bocciate le “tesi” aperturiste e le altre che le direbbero
approvate, sul fatto “sconcertante” che il papa ha voluto che fossero
pubblicate benché bocciate e la protesta di chi addurrebbe che comunque erano
gradite a una larga maggioranza assoluta.
Quanta tribolazione risparmiata!
Quanta tribolazione risparmiata!
La decisione papale sulla pubblicazione delle votazioni – e
il suo buon esito: cioè l’approvazione che ha riscosso dentro e fuori l’aula –
lascia prevedere che avremo altre decisioni simili lungo l’anno sinodale che ci
attende e speriamo che sia emulata dalle Chiese locali per quanto riguarda il
loro contributo a esso.
*www.luigiaccattoli.it
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