Nella prolusione alla 67a
Assemblea generale della CEI (10-13 novembre), il card. Angelo
Bagnasco ha fatto ampi riferimenti al tema del Sinodo. Ne
riportiamo i brani relativi (chiesacattolica.it).
Cari Confratelli, (…)
Il Sinodo, evento di grazia
1.Si è da poco concluso
il Sinodo Straordinario che ha avuto come tema “Le sfide sulla
famiglia nel contesto dell’Evangelizzazione”. Ne è stata
celebrata la prima fase che vedrà – tra un anno – la
continuazione nel Sinodo Ordinario: alla fine tutto verrà consegnato
nelle mani del Santo Padre e al suo Ministero Petrino.
Ringraziamo il
Papa per questa occasione di grazia, sia per i Padri Sinodali
provenienti da tutte le parti della Terra, gli esperti, uditori e
Delegati fraterni, sia per la Chiesa intera, chiamata prima ad una
generale consultazione ed ora alla riflessione sulla Relatio
Synodi.
Alcuni di noi – a diverso titolo – hanno avuto il
dono di parteciparvi: nei nostri cuori porteremo per sempre l’eco
del mondo. Da ogni dove è risuonata la bellezza e l’importanza
irrinunciabile del Vangelo del Matrimonio e della Famiglia,
patrimonio e cellula dell’umanità, costituita da un uomo e da una
donna nel totale dono di sé; Chiesa domestica, grembo della vita,
palestra di umanità e di fede, soggetto portante della vita sociale.
Essa è sorgente di futuro. Per questo è irresponsabile indebolire
la famiglia, creando nuove figure – seppure con distinguo
pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente e di
essere una specie di cavallo di troia di classica memoria – per
scalzare culturalmente e socialmente il nucleo portante della persona
e dell’umano. L’amore non è solo sentimento – è risuonato
nell’Aula sinodale – è decisione; i figli non sono oggetti
né da produrre né da pretendere o contendere, non sono a servizio
dei desideri degli adulti: sono i soggetti più deboli e delicati,
hanno diritto a un papà e a una mamma.
Il nichilismo,
annunciato più di un secolo fa, si aggira in Occidente, fa clima e
sottomette le menti: “Manca lo scopo – scriveva Nietzsche –,
manca la risposta, tutti i valori si svalutano” (Frammenti
postumi 1887-88, in Opere, vol. III). A che cosa appigliarsi? Se
manca lo scopo ideale, non si può rispondere alla domanda radicale,
che, prima o dopo, emerge nel cuore di tutti: “Perché sono al
mondo? Che senso ha la mia vita? Che cosa sto facendo?”. Potrebbe
essere, questo fantasma nichilista, un pungolo salutare per
concentrare attenzione, sprigionare energie nuove, non essere
dispersivi?
2. La nostra ammirazione
e la nostra gratitudine vanno alla moltitudine di famiglie
che – nella fedeltà dei giorni e degli anni – con la grazia del
sacramento e la fatica quotidiana custodiscono e fanno crescere la
loro “comunità di vita e d’amore” (cfr Messaggio finale del
Sinodo). Abbiamo sentito anche l’eco delle famiglie fragili e
ferite: “La Chiesa, in quanto maestra sicura e madre premurosa, pur
riconoscendo che per i battezzati non vi è altro vincolo nuziale che
quello sacramentale, e che ogni rottura di esso è contro la volontà
di Dio, è anche consapevole della fragilità di molti suoi figli che
faticano nel cammino della fede” (Relatio Synodi, n. 24).
Anche a loro, e alla prassi sacramentale dei divorziati e risposati,
il Sinodo ha pensato con quella cura pastorale che vuole
rispecchiare l’esempio di Cristo.
Concorde
è risuonata la necessità di una educazione affettiva
incisiva, come di una preparazione al matrimonio più adeguata
che aiuti innanzitutto a riscoprire la fede: da tutte le parti del
mondo è giunta una testimonianza di sostegno alle famiglie
attraverso gruppi di preghiera e di scambio, di reti
nazionali e internazionali che chiedono che la famiglia sia
riconosciuta come interlocutore sociale autorevole. Interlocutore che
nessuno deve scavalcare. Una società che ascolta seriamente la
realtà familiare, tra l’altro, ha stabilità e futuro. Ovunque, le
difficoltà economiche – a volte al limite della miseria –
incidono, infatti, sulla tenuta del nucleo familiare. Anche per
questo i Padri hanno richiamato con forza la necessità di ulteriori
sforzi perché la piaga della povertà venga superata e sia
stabilmente rimossa.
Lo
Spirito Santo, costantemente invocato, ha ispirato quel clima di
franchezza e di umiltà che il Santo Padre ha fin dall’inizio
raccomandato. Il Sinodo è stato così un’esperienza di comunione e
di collegialità, nella rinnovata coscienza che “nonostante i tanti
segnali di crisi dell’istituto familiare nei vari contesti del
‘villaggio globale’, il desiderio di famiglia resta vivo,
in specie tra i giovani, e motiva la Chiesa, esperta in umanità e
fedele alla sua missione, ad annunciare senza sosta e con convinzione
profonda il ‘Vangelo della famiglia’ che le è stato affidato con
la rivelazione dell’amore di Dio in Gesù Cristo, ininterrottamente
insegnato dai Padri e dai Maestri della spiritualità e dal Magistero
della Chiesa” (Relatio Synodi, n. 2).
La
conclusione del Sinodo ha felicemente coinciso con la beatificazione
di Paolo VI, la cui figura di “grande timoniere” non cessa di
affascinare e di suscitare gratitudine, specialmente per la Chiesa
italiana, che dal grande Pastore di origine bresciana ebbe impulso e
sostegno, in particolare per la costituzione della Conferenza
Episcopale italiana.
(…).
8. In questo contesto,
ancora una parola, che vuole avere il calore di una presenza e di un
gesto, torniamo a indirizzarla alle famiglie oggi destinatarie
di un primo doveroso sostegno, a cui auspichiamo ne seguano altri. La
famiglia – come definita e garantita dalla Costituzione –
continua ad essere il presidio del nostro Paese, la rete benefica –
morale e materiale – che permette alla gente di non sentirsi
abbandonata e sola davanti alle tribolazioni e alle ansie del
presente e del futuro. Famiglie, vi ringraziamo a nome nostro,
come Pastori, che ben conoscono i sacrifici che fate ogni giorno con
dignità ammirevole; vi ringraziamo a nome della comunità
cristiana, di cui moltissime di voi sono parte viva e attiva; vi
ringraziamo – nessuno si adombri – anche a nome del Paese,
perché siete titolo di onore e di speranza per la nostra Terra. Si
parla a volte di “familismo” italiano: se gli eccessi non fanno
bene in nessuna cosa, il forte senso della famiglia deve renderci
fieri in Italia e all’estero.
(…)
Cari
Confratelli, vi ringrazio per la vostra paziente attenzione. Tra poco
entreremo nel cuore di questi giorni: la presenza di San Francesco e
Santa Chiara, la maternità di Maria Santissima, sono con noi e con i
nostri Sacerdoti, Diaconi e seminaristi, ai quali assicuriamo la
nostra preghiera mentre chiediamo la loro.
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